Maresciallo Mirco Rossi, 55 anni, da 33 anni in Sorveglianza Italiana

Le sue più grandi passioni sono il lavoro come guardia giurata e i cavalli. Mirco Rossi, dopo ben 33 anni di servizio in Sorveglianza Italiana e numerosi riconoscimenti ottenuti sul campo, si è guadagnato il grado di Maresciallo, il più alto tra gli “operativi”. Quando ho cominciato avevo solo 20 anni – racconta -. Mi ero presentato a colloquio negli uffici di quella che allora era l’ISPB, l’Istituto di Sorveglianza Provinciale Bergamasco, poi confluito in Sorveglianza Italiana insieme al CVB. Ero così giovane che non mi volevano nemmeno assumere”. Mirco era poco più che un ragazzo, da sempre affascinato dalle guardie giurate che vedeva proteggere gli ingressi delle banche, le gioiellerie più prestigiose, le aziende: “Erano tutti degli uomini grandi, con i baffoni, delle belle divise, le pistole e io volevo essere come loro – spiega -. Ma la mia giovane età all’inizio sembrava essere un ostacolo”. Invece gli è stata data una possibilità ed è stato assegnato al servizio di giorno. “Nove mesi dopo sono finito in mezzo ad una sparatoria – ricorda -. Quella sera nevicava quando dalla centrale operativa è arrivata la segnalazione che in un’azienda di Osio Sotto era suonato l’allarme. Ero lì vicino, così sono andato a vedere ed ho sorpreso due ladri che stavano forzando una porta per entrare nella ditta. Quando mi hanno visto hanno cominciato a sparare ed io ho risposto al fuoco. Poco dopo sono arrivati un mio collega e i carabinieri e i due ladri sono fuggiti. Per fortuna nessuno si è fatto male ma mi ero spaventato, volevo licenziarmi ed invece mi hanno promosso Guardia Scelta”. Da quel giorno le “imprese” di Mirco Rossi non si contano: furti e rapine sventati, inseguimenti, collaborazione negli arresti, salvataggi, compreso quello di un bambino che si trovava a bordo di un camion guidato da suo padre. “Quel giorno lo ricordo benissimo – racconta -. Con un collega stavo facendo un servizio in moto e sulla Dalmine-Villa d’Almè c’era una lunga coda. Così ho superato le auto e mi sono accorto che il traffico era dovuto ad un grosso camion fermo in mezzo alla carreggiata. Mi sono accostato ed ho visto che l’autista era riverso sul volante, privo di sensi. Nella cabina c’era anche il suo figlioletto di 8 anni. Abbiamo chiamato l’ambulanza e prestato i primi soccorsi. Erano gravemente disidratati, in viaggio da una settimana”. Per quell’operazione Rossi ha ricevuto l’encomio dalla Questura di Bergamo. Ma gli attestati di merito e i riconoscimenti collezionati nel tempo sono davvero molti: dalle Amministrazioni comunali di Dalmine, Torre Boldone, Bergamo, Spirano, dall’Unione Industriali come eccellenza al lavoro, dall’Aci di Bergamo. Attualmente il maresciallo Rossi, vista la sua grande esperienza maturata sul campo, è un punto di riferimento per i colleghi di Sorveglianza Italiana.