Andrea Pirisi, un passato diviso tra l'Arma e le guardie giurate

Un passato nell'Arma ma una tradizione familiare nelle guardie particolari giurate. Questo il ritratto, in poche ma significative parole, di Andrea Pirisi, 49 anni appena compiuti, una moglie e due figlie, da quasi un anno in forza a Sorveglianza Italiana. Un background di tutto rispetto per lui, sardo, trapiantato a Bergamo prima per lavoro e poi per amore nei confronti della nostra città. "Gran parte della mia vita lavorativa l'ho passata nell'Arma dei carabinieri: tra la scuola d'allievi e il mio impegno diviso tra Bergamo e Brescia, ho vestito la divisa per ben 16 anni. La mia è stata proprio una scelta, voluta e consapevole. Ho amato moltissimo il mio lavoro perché mi ha permesso di stare vicino alla gente ed essere d'aiuto. Sono nato a Cagliari, ma mi sono trasferito presto e ho iniziato la mia carriera di carabinieri prima a Milano, dove per circa sei mesi ho fatto parte della squadra motociclisti, e poi a Bergamo, dove ho lavorato per il radiomobile. In mezzo la parentesi bresciana. A malincuore, devo dirlo, ma per stare più vicino alla famiglia, ho scelto di lasciare l'Arma e di dedicarmi ad un'altra grande passione della mia vita, le arti marziali, aprendo, a Bergamo, una palestra insieme a mia moglie". Sì, perché Parisi è anche istruttore di difesa personale e a breve prenderà il brevetto come insegnante di tiro con le armi corte. E come si è avvicinato al mondo di Sorveglianza? "Bhè, quello delle guardie giurate è un mondo che conosco molto bene: mia mamma e mio papà lo erano, ora sono in pensione, e anche molti dei miei cugini svolgono ancora questa professione. Quando abbiamo subìto la prima ondata e il conseguente lockdown a marzo 2020, la palestra ha dovuto temporaneamente chiudere. Ho riflettuto con mia moglie sul futuro e ho deciso di candidarmi a Sorveglianza. E ora, eccomi qui". Molte le similitudini tra il ruolo di carabinieri e quello di guardia giurata: "Direi di sì. Certamente la mission è la medesima: prendersi cura della sicurezza dei cittadini e dei loro beni. Anche dal punto di vista operativo, posso dire che il lavoro è comunque rischioso, a tratti anche pericoloso. La notte riserva sempre brutte sorprese, ma la cura con cui ci dedichiamo alla nostra professione ogni giorno e la passione che ci anima, ci consentono di andare oltre la paura. Devo dire che a Sorveglianza Italiana ho trovato un gruppo di colleghi con cui è davvero un piacere lavorare: mi trovo molto bene, l'ambiente è molto serio e professionale, tutto è organizzato fin nei minimi dettagli".